Tante storie magiche
Se ami, credi
Siamo stati estranei, come succede a tutti prima di incontrarsi, per buona parte dei percorsi delle nostre vite e poi, per un certo periodo, abbiamo condiviso un cammino che sembrava potesse essere lungo, ricordo di aver pensato che sarebbe stato per sempre. Invece, complice il desiderio di sperimentarci, abbiamo accelerato un po’ e subito dopo essere stati insieme, abbiamo cominciato a perderci.
Ho condiviso i sogni del ragazzo più giovane, ricordo ancora molto bene anche questo… era piacevole, mi divertiva, mi colmava di tenerezza, in parte proprio perché aveva quell’odiosa manciata di anni meno di me e se in parte era ciò che mi regalava di più, resuscitando la bambina uccisa con le mie stesse mani da tempo, è stato anche il mio peggior cruccio.
Torniamo al nostro rapporto… ci siamo persi e sono stata io a mettere fine a quel “noi” che era durato, come coppia, solamente qualche giorno.
Alessandro è stato recalcitrante alla mia scelta per il tempo di una resistenza che ho percepito scarsa e che lo ha indotto a rimanere nella comoda relazione ingombrante e destinata a spegnersi con la ragazza dell’età più adeguata alla sua.
Io ho continuato a stare da sola, facendo leva sulla forza dell’abitudine, sull’essere mostruosamente capace di contare su me stessa e soprattutto, sull’esperienza fatta nell’attraversare l’assenza dell’unico uomo che abbia mai amato e che non avrò mai… che non è Alessandro.
Siamo stati lontani per oltre un anno… ci siamo riabituati a fare a meno di quel “noi” che tale era stato solo come idea, delle risate in comune, del condividere i sogni reciproci.
Non so, non gliel’ho chiesto, cosa sia stato a spingerlo di nuovo in mia direzione… so che mi ha cercata, adducendo una scusa e che è rientrato a fare parte della mia esistenza. Non ricordo esattamente quando è accaduto, forse, perché sembra che non sia cambiato nulla… siamo tornati a essere quelli che eravamo, a cercarci più o meno quotidianamente, a ridere a crepapelle e a emozionarci, accorgendoci persino di essere piuttosto simili nonché maledettamente diversi. Non solo per gli anni che ci dividono, non solo perché viviamo in terre distanti, soprattutto per come affrontiamo i problemi, le gioie, le persone. Lui, solare, positivo, sempre pronto ad avventurarsi in nuove occasioni… io, introversa, prevenuta, quasi arresa ad accettarmi come finita.
Abbiamo ricominciato a condividere i sogni e sono di nuovo lì, ad augurarmi che raggiunga i traguardi che si prefigge, anche se lo condurranno sempre più lontano. Resto in silenzio, dopo averlo amato, cerco di non farmi trascinare in quel vortice di passione e sentimento che potrebbero distruggermi, perché alla mia età, non è niente facile anche soltanto immaginare di innamorarsi di qualcuno, figuriamoci di chi non potrà offrirti alcun futuro.
Niente progetti insieme, io e Alessandro… niente casa da mettere in piedi, niente amici da frequentare nello stesso momento, niente mano nella mano per la strada, niente spreco di parole importanti, niente racconti ad alta voce, per lo più, parole sussurrate e sospiri. E silenzi… quelli che ci accompagnano, intervallandosi fra una risata e l’altra, fra una delle mie domande e delle risposte precise di Alessandro, silenzi molto lunghi che inducono a chiedersi se, quel desiderarsi tanto senza potersi vivere, non stia diventando di nuovo troppo complicato.
Mi chiedo spesso cosa sia l’amore, quanto assomigli a quello che provo nei suoi confronti, a quel disegno di “noi” e a come potremmo essere, se non ci fosse negata la quotidianità ma poi, subito dopo, capisco che potrebbe presto tramutarsi in noia e uccidere ciò che ci mantiene amici, se mai lo siamo stati, se mai lo saremo.
Ci sono giorni in cui mi dico che sarà bellissimo diventare l’uno il migliore amico dell’altra e che ci regaleremo tanto, fino a che morte non ci separi, altro che matrimonio… ma ce ne sono altri e non so definirne le percentuali, in cui mi chiedo perché non abbiamo potuto incontrarci altrove, in un altro modo, in una stessa città, divisi sì dagli anni che ho più di lui e che non posso togliermi ma nel periodo della mia vita in cui avrei deciso di correre i rischi che non riesco più a considerare.
Hai voglia a stare ad ascoltare le amiche e ad affidarsi a tante di quelle belle cose che vengono stampate, asserite, raccontate sull’amore, neanche fossero le verità assolute!
Hai voglia a cercare di convincermi che potrebbe funzionare e che sono una stupida a restare tanto indietro, lasciando che vinca la paura di scoprire se sarei capace d’innamorarmi e di renderlo felice!
Voglio fortemente che, almeno lui, possa realizzare i suoi sogni e anche per questo, resto ai margini e m’impegno a mantenere attivo questo rapporto inedito, per nulla votato alla costruzione di qualcosa di solido. Siamo perennemente in evoluzione… ma mai come coppia. Non lo siamo e non lo saremo mai, agli occhi della gente. Chi se ne importa, direbbe Alessandro… io non so cosa rispondergli, forse io o forse, nessuno.
Ci si deve impegnare perché i sogni non muoiano: vanno coltivati, accarezzati e mai accantonati. È difficile, soprattutto quando non ci credi neanche tu e quando credi molto poco in te stesso. Se poi, non ti appartengono ma sono i sogni di una persona che ami… quanto si complica, il percorso tortuoso che ti conduce a volere – con una forza che non sapevi nemmeno di possedere – che si realizzino?
Quanto sei capace di annullare te stesso, accantonando speranze e desideri, per dedicarti a un mondo che appartiene a qualcuno che ti sfugge dalle mani?
Ma io ci credo, ai sogni di un amore che non è e mai sarà mio… credo nella sua forza, nella sua schiettezza, nel mondo di fanciullo che i suoi piedi percorrono in lungo e in largo!
Credo nel suo perenne credere, anche quando Alessandro s’impunta ad avere una percezione idealista di realtà che i miei disincantati occhi ormai riconoscono e ci credo a tal punto da consentirgli di dipingermi con quei colori accesi e quelle tinte talvolta tanto forti da fare male, rimanendo in silenzio.
Non se ne accorge, Alessandro, di quanto faccia male conoscere la realtà. Non se ne accorge oppure finge che sia così e non fa mai promesse, proseguendo il cammino su una strada costellata di certezze che a me mancano da sempre.
Come quando mi dice “ti amo” e non lo aveva mai detto, aumentando l’importanza di quelle che dovrebbero essere solo due parole ma che non aveva mai utilizzato nei miei confronti.
So di essere in grado di sostenere i suoi sogni… so di essere capace di amarli quanto lui.
Mi accontento di un rapporto a distanza, non per debolezza ma per la forza che mi appartiene e che mi riconoscono in tanti, un genere di forza che non mi impedisce di restare al suo fianco, nonostante continui a credere di rappresentare la seppur bella parentesi fra la sua storia d’amore passata e quella di un futuro prossimo.
So che lo vedrò spiccare nuovi voli pindarici e che non farò nulla per impedirglielo e so che non sarà mai lui a chiedermi di uscire dalla sua esistenza di fanciullo cresciuto in fretta e non ancora esploso… così, mi ripeto che non avrò altra scelta che di assistere all’evolversi di una nuova relazione di coppia, ribadendo alla parte razionale di me che ne è sempre stata convinta.
So che avrei dovuto dirgli di no quando è tornato o mantenere le distanze ma non è ciò che ho fatto. A volte, non siamo noi a decidere ma il cuore, anche quando vorremmo dare ascolto alla ragione.
Sa che l’amore ha molte sfumature, che si può incontrare e vivere in svariate forme e quella che attraversiamo noi, quasi fosse un arcobaleno di gocce impalpabili, probabilmente, è una delle più contorte… ma come tutti i sentimenti vissuti in maniera profonda, regala gioia e sofferenza.
Ai sogni di Alessandro sacrifico i miei… metto da parte amore, desideri, speranze. Imparo che d’amore non si muore e che è possibile nutrirlo anche da soli, da lontano, senza braccia che ti stringano forte e senza parole buone che avresti voglia di ascoltare quando ne avverti il bisogno, senza mai manifestarlo. Le stesse parole che mi arrivano, quando non me le aspetto più, perché Alessandro è capace di dimostrarmi amore nelle maniere più insospettabili.
Talvolta provo anche a lasciarlo andare, nei modi più disparati… ma più lo faccio, più Alessandro mi trattiene. Con forza.
Ho scritto di me e di Alessandro, cercando di riassumere il tanto che siamo, perché lo siamo… anche se non appare palese agli occhi degli altri.
Passano i giorni e non accade niente che possa essere considerato come un passo in avanti nella nostra relazione, giorni che interpreto come un inutile spreco di tempo prezioso, che sento sfuggire via troppo in fretta eppure ci cerchiamo… io gli scrivo, perché le parole mi escono a fatica dalla bocca e invece scorrono come le dita sulla tastiera del computer che usiamo spesso per comunicare e dietro al quale posso nascondere le espressioni che si dipingono sulla mia faccia mentre conversiamo. Lo stimolo a pensare di più a se stesso e meno agli altri e non perché vorrei fosse egoista ma perché avverto la sua solitudine come se mi scorresse nelle vene e l’assorbo, augurandomi di essere un buon punto di riferimento. Un sostegno, per quanto potrebbe esserlo qualcuno che vive tanto distante.
Lui mi passa link di canzoni che adora, mi dice che gli piace che mi appassioni a quello che ama e con molta probabilità, non sa di riuscire a emozionarmi, talvolta fino alle lacrime.
Lui mi chiama, mi fa ridere, mi prende in giro e si diverte a ingelosirmi… non lo fa per allontanarmi, anche se potrebbe sembrare, lo fa perché è uno dei modi in cui decide di farmi sentire che sono speciale. Mi parla di lui, cosa che è solito fare e per cui dovrei quasi sentirmi appagata, del suo difficoltoso vivere quotidiano, di problemi e di episodi più lievi, del modo in cui affronta la vita. A muso duro.
Ecco, quando mi ripeto che non stiamo costruendo alcun che, dovrei correggermi… non è proprio niente quel che accade da quando abbiamo trascorso pochi giorni insieme, condividendo letto, divano e tavola. In realtà, stiamo entrando in confidenza e non è quella dei corpi ma quella molto più complicata da gestire… la complicità delle anime che affini non sono eppure si somigliano molto più di quanto sarei disposta ad ammettere.
Devo persino confessarmi che, pur nella sua ostinata ritrosia a parlare di lui e di quello che lo tocca nel profondo, alla fine, ha raccontato più di quanto non faccia io, nei suoi confronti.
E mi parla dei suoi sogni, mentre evito accuratamente di raccontarglieli, svelandoli in parte fra le tante righe che gli indirizzo per iscritto ed eccomi, ogni volta, a fare il tifo perché riesca a realizzarli, anche a scapito dei miei. Tutto nella norma.
Sono abituata a sacrificarmi, in nome di questa cosa che si definisce Amore e ancora non so se sono in grado di riconoscere… sono abituata all’assenza, a coltivare questa cosa da sola, innamorata come ho sempre pensato di essere – ribadendo che non so riconoscerlo, l’amore – di un uomo che non mi contraccambia e che non mi appartiene né mai mi apparterrà.
Non so se è perché sono cambiata, semplicemente troppo stanca o se a essere diverso sia lui ma me lo faccio andar bene, in ogni caso.
Quei sogni che accarezziamo insieme, tutto sommato ci hanno uniti quando non eravamo altro che amici e forse, saranno quelli che ci consentiranno di restare o diventare tali, estrapolando dal sentimento più bello che esiste in questo mondo complicato le intricate questioni alchimiche che fanno di due esseri umani un corpo e un’anima soli.
Che poi, probabilmente, è proprio l’amicizia che sostiene e dà la carica quando hai bisogno di risollevarti dopo una caduta… a darti forza e coraggio, quando ti sembra di non essere più in grado di alzarti.
Mi domando spesso se ce la faremo… annullare tutto il resto per ricominciare, come se non fosse mai accaduto.
Non esiste alternativa, non so come considerarmi amica di qualcuno che mi fa battere forte il cuore e che mi ha regalato emozioni forti ma penso che potrei imparare, la vita mi ha insegnato che niente è impossibile, soprattutto quando a sostenerti è la volontà.
Resta da vedere se passeranno tutte le sensazioni legate a noi due… la rabbia dell’assenza quando vorrei fosse presenza; la malinconia di quanto è stato e ha smesso di essere di noi; il dispiacere di non poterci vivere nell’unico lusso che ci potremmo concedere: il presente. E soprattutto, la sofferenza che mi aggredisce per non essere riuscita a gestire la situazione.
Rimarrà, comunque ed è l’unica certezza che nutro in questo momento, la voglia di vedere realizzarsi i suoi sogni. Ho provato ad aiutarlo, sostenendolo come ho potuto e continuo a farlo, anche quando ho la sensazione che non sia ciò che si aspetta da me.
Capita, quindi, che mi senta persino un’idiota e dev’essere perché, non sapendo cosa sia l’amore, non sono proprio capace di amare.
Non che debba sentirmene colpevole ma bisogna che ne prenda atto e talvolta, lo faccio o meglio, mi convinco di esserci riuscita e mi racconto che saremo capaci di proseguire i nostri cammini separati, senza disgiungere le nostre anime.
Come quando mi capita d’immaginarlo innamorarsi di una giovane donna che saprà renderlo felice e non starà a preoccuparsi di non esserne all’altezza… e sorrido, mentre lo faccio, nonostante gli occhi finiscano per inondarsi delle lacrime che non riesco a trattenere.
Sono forte, me lo dicono tutti… sono cresciuta nel dolore, so come accoglierlo, ci combatto e ci convivo da sempre.
Sono una donna che mantiene dentro la ragazza che non è stata, pur dando notevole importanza al tempo che è passato e continua a passare, inesorabile, riempiendomi di paure che diventano difficili da gestire. Sono loro a consigliarmi male e a indurmi a commettere gli errori a cui tento di rimediare, come quello di non sentirmi adeguata e mai abbastanza amata.
Sono semplicemente stanca… non sempre le donne forti sono così preparate ad affrontare la sofferenza, capita anche a loro di desiderare appoggiarsi a un uomo che le possa confortare e con un abbraccio, cancellare tutta la stanchezza del cuore.
Cambio idea su tutto… basta un niente per esortarmi a sorridere e un niente, ancora, perché scoppi in lacrime. Su una cosa sola non ho mai cambiato idea, credo lo abbiate capito. Sui sogni di Alessandro che vorrei realizzasse.
Ho deciso di raccontarvi l’incontro e gli scontri delle nostre anime perché sono convinta che l’amore non si possa e non si debba spiegare e altrettanto convinta che la nostra sia una delle sue più tenere forme in cui mi sia mai capitato d’imbattermi prima d’ora.
Il nostro “stare insieme” insegna che non esiste ostacolo che non possa essere superato, quando lo si desidera. Che non è necessariamente solo il sesso a mantenere legate due persone, che non c’è differenza d’età, non c’è distanza, non ci sono limiti e incomprensioni che non possano essere superati… che l’amore è tutto e niente, in una meravigliosa alternanza di emozioni.
Io e Alessandro siamo stati molto e molto ci è sembrato di non essere.
Ma grazie a lui ho imparato che è possibile mettere da parte orgoglio e razionalità, per scoprire mondi emozionali che di solito, si preferisce tenere fuori dalla porta.
Io e Alessandro, adesso, abbiamo un passato in comune.
Non abbiamo mai avuto un futuro… restava da vedere se avrei potuto imparare – di nuovo – a fare definitivamente a meno di lui.
Perché lo sentivo… lo sapevo: era solo questione di tempo.