Tante storie magiche
Claudio e Diana “Ultimi romantici”
Buongiorno e buon lavoro, vi racconto un pò della nostra storia, che quest’anno arriverà a quota 39 anni insieme, 32 di matrimonio e 35 che lavoriamo insieme. Ci siamo conosciuti quando io avevo 16 anni e Claudio 18, e lui è stato il mio primo fidanzato, l’unico uomo che ho baciato nella mia vita ( Catena, mi ha detto che sono una pazza e che non posso morire avendo baciato solo lui ?). Galeotta della nostra conoscenza, è stata Angela, un’amica che avevamo in comune, senza saperlo, con la quale aveva stretto un bel patto: lei gli avrebbe presentato una ad una, le 32 compagne di classe, tra le quali c’ero io. Una mattina ci siamo incontrati casualmente ed Angela ha detto a Claudio: oh, mi ero proprio dimenticata di Diana! Lui dice che lì, è rimasto fulminato ? , io non ricordo di quell’incontro. Successivamente, un loro amico comune ebbe un grave incidente ed Angela mi chiese di accompagnarla in ospedale per andare a fargli visita. Io andai e lì, incontrammo Claudio e di quell’incontro mi ricordo. Dopo 20 giorni di corteggiamento, passeggiate, letture, ci siamo fidanzati, senza sapere che da lì avrebbe avuto inizio un cammino che ci ha portato fin qui e che abbiamo percorso non solo nella vita privata, ma anche in quella professionale. Appassionati di musica, Claudio suonava la batteria e io il Pianoforte, strumento nel quale mi sono poi diplomata, improvvisavamo improbabili brani pianoforte e batteria, ignari del fatto che la musica sarebbe stata nostra compagna di vita. L’occasione arrivò quando un amico mi propose una tournèe come tastierista e corista, in un gruppo che avrebbe accompagnato 40 date del cantante Pupo. Claudio, sfoderando la sua natura di siculo geloso, mi fece capire che era piuttosto contrariato all’idea che andassi da sola ed allora lo portammo con noi in qualità di percussionista. Un’esperienza quella che ci ha fatto capire che cosa avremmo voluto fare nella nostra vita. Firmando una serie di cambiali, abbiamo acquistato la mia prima tastiera e, alla fine della stagione, il primo impianto audio per poter iniziare la nostra attività come “musicisti di pianobar”. Mai una volta ci ha sfiorato l’idea che avremmo potuto fare altro, mai la tentazione del posto fisso, benché avrei potuto tranquillamente aspirare all’insegnamento scolastico, di musica avremmo voluto vivere, ed insieme lo avremmo fatto. La cosa che ci ha sicuramente uniti, è il fatto che siamo entrambi grandissimi sognatori e crediamo che con l’impegno, il sacrificio, la tenacia, la caparbietà, tutto si possa fare, io dico sempre: sognare in grande, poi svegliarsi e mettersi all’opera! Così, poco dopo i nostri inizi, l’ obiettivo fu subito quello di calcare grandi palcoscenici e dunque, il Maurizio Costanzo Show. Con una serie di conoscenze, ricerche ed indagini, arrivammo ad un contatto vicino alla redazione e la persona ci disse: guardate, non c’è nessuna possibilità che voi saliate su quel palco, fareste meglio a rassegnarvi. Cosa che, ovviamente non abbiamo fatto, anzi siamo andati un paio di volte nel pubblico, perché noi il sogno dobbiamo visualizzarlo e desiderarlo guardandolo e, dopo qualche anno, è accaduto, siamo stati 4 volte ospiti del Dottor Costanzo in televisione ed un paio di volte in Radio. Stessa tenacia e perseveranza che abbiamo avuto quando si è trattato di pensare alla casa che avremmo voluto avere. Come ormai hai capito, sogniamo in grande e dunque da subito, senza avere il becco di un quattrino, mica andavamo a vedere appartamenti piccoli, che neanche potevamo permetterci….no, noi vedevamo ville da 300 milioni e portavamo anche con noi, ignari familiari della nostra condizione economica, a valutarle…..Insomma due pazzi visionari. Ma anche guardare in facci questo sogno, è stata la strada giusta: la nostra casa, la casa dei nostri sogni, ce la siamo costruita davvero con tutto l’amore, la fatica e il sudore possibili. Una volta un amico ci ha detto: se rompiamo un mattone di casa vostra, ne esce il vostro sangue. Una costruzione diroccata da sistemare e tanta, tanta, tantissima buona volontà, questo ciò che avevamo a disposizione. Quello che potevamo permetterci era un muratore, il nostro angelo, Mastro Vincenzo, factotum e dunque, armati di voglia di imparare e di voglia di fare, siamo diventati i suoi collaboratori. Lui ci diceva: Diana prepara un impasto di cemento, fai un’impastratrice, gratta quei mattoni, inizia a preparare la fuga per le mattonelle e tu, Claudio, vammi a comprare 10 sacchi di cemento, colla per piastrelle, puntine…..Tutto questo il sabato, quando il nostro capo era libero, ma noi, ovviamente poi andavamo a suonare. Dopo aver lavorato dalle 6 di mattina al suo fianco, capitava che, a volte ci cambiavamo prima che lui andasse via, per andare al lavoro e lui ci vedeva eleganti e ci diceva: non ci posso credere, un’ora fa eravate affianco a me, tutti sporchi di cemento ed ora siete elegantissimi e pronti….solo le mani, tradivano la fatica, con le loro ruvidità e screpolature…..Ma che bello vedere i lavori che proseguivano, aver realizzato tutto da soli e dimenticarsi delle ore di lavoro, del poco sonno, di quella volta che, arrivati a 100 metri da casa, Claudio disse “Diana non riesco a fare neanche questi 100 metri, dormiamo un po’ in macchina”, e così facemmo. Questo spirito di sacrificio ci ha aiutato tantissimo, ci siamo sorretti a vicenda, incoraggiati ed abbiamo avuto la fortuna di non abbatterci mai contemporaneamente: se uno cedeva, l’altro era pronto a supportarlo e viceversa….. Se dovessi definire con una parola la nostra vita, direi “sogno”, anzi, sogni, tanti sogni e tanti realizzati: suonare con musicisti dei quali eravamo grandissimi fans, come i musicisti di Pino Daniele, essere sulle più importanti testate giornalistiche, ospiti nelle trasmissioni che guardavamo da casa e condotte da giornalisti che stimavamo. A distanza di 30 anni e più dai nostri inizi, posso anche aggiungere, con un pizzico di orgoglio, sperando di non sembrare presuntuosa, ma solo realista, che tutto, tutto ciò che abbiamo fatto, è stato frutto della nostra tenacia, del nostro volerci credere sempre, senza agenzie, né impresari, né amici particolari che ci hanno dato aiutini, men che meno, aiuti politici, ma mettendoci sempre una dose spropositata di cuore. Niente di ciò che abbiamo fatto è stato dettato da un tornaconto, ma sempre dal desiderio enorme di volerlo fare, per il piacere di farlo, con la gioia di farlo…. Scrivendoti mi viene in mente che un’altra cosa che ci unisce è questo nostro vivere a un palmo da terra, sempre immersi nei nostri pensieri e nei nostri sogni, cosa questa che ci fa essere, per usare un eufemismo, un po’ distratti e qui potrei raccontarti aneddoti a non finire. Te neaccenno giusto uno, anche perché non so se possono essere interessanti. Viaggio di nozze ( ovviamente anche per il matrimonio abbiamo fatto tutto da soli, e quando dico tutto, intendo tutto….), immagina, io 24 anni e Claudio 25, Venezia, dovevamo prendere il traghetto, saliamo sulla banchina, pensando di essere già sul traghetto. Banchina piena, arrivava il traghetto, la gente saliva e io e Claudio ci sedevamo sempre più avanti per guadagnare una visuale migliore, aspettando che, prima o poi, la banchina partisse….Insomma siamo rimasti quasi da soli e dopo mooooolto tempo, abbiamo realizzato di essere sulla banchina e che non saremmo partiti mai…. A proposito di amore e di gioia di fare, un momento importantissimo è stato sicuramente la scoperta della Posteggia napoletana. Un’antichissima e meravigliosa Arte, attraverso la quale si “posteggia” in un posto e si dedicano brani del repertorio classico napoletano. Un repertorio questo, che ci ha aperto porte, inimmaginabili e che ci ha portato in luoghi che mai avremmo pensato di visitare. Abbiamo scoperto quanto amore raccolgono questi brani, ricchi di storia e tradizione, pensa che in un’intervista, proprio il Dottor Costanzo ci disse: vorrei essere un mercenario, per avervi a casa mia e ogni tanto dirvi “suonatemi questo brano, piuttosto che un altro”. E le serenate, un mondo di romanticismo che ancora ci coinvolge e appassiona. La serenata classica è quella che si dedica il giorno prima del matrimonio sotto al balcone dell’amata, rigorosamente in acustico, senza amplificazione, con chitarra, mandolino e voce. Si arriva sul posto, si inizia a cantare e dopo un po’ lei si affaccia e noi ci emozioniamo dell’emozione degli innamorati…..Ma c’è chi organizza serenate”alternative” : ci è capitato di dedicarne una per un’irlandese, in pieno luglio, sulla scalinata di Piazza di Spagna, puoi immaginare quanta gente c’era. Abbiamo avuto due difficoltà: individuare la coppia, e riuscire ad andare via, poiché i turisti ci hanno sommersi di richieste. C’è stata poi una serenata particolarissima in cui lui è arrivato in sella ad un cavallo bianco, o ancora una dolcissima in riva al mare. Io mi fermerei, sperando di non aver esagerato e restando a disposizione qualora voglia approfondire qualche tema in particolare, o ti occorra altro. Grazie infinite buona giornata….kiss ❤