Tante storie magiche
Astrelle di Annarita Mastrangelo Casale
Era un giorno di fine estate. Lise, da alcuni mesi si era presa cura dell’anziana signora Astrelle: una gran donna, sempre con il sorriso sulle labbra e ancora molto affascinante. Solo dopo averle regalato dei libri, seppe che l’anziana signora era una nota scrittrice. Una sera decise di sfogliare alcune pagine e trovò un vecchio foglio ingiallito…
Parigi 1968
Caro Arthur, questa vita fatta di regole sono catene trascinate con leggerezza, perché nonostante tutto, nessuno è mai riuscito ad addomesticare la mia essenza selvaggia. Ogni giorno è un passo in più, ma anche uno in meno e i miei occhi non vogliono più oscurare le mie emozioni. In quei nostri lunghi silenzi fatti di passione, io ho solo trattenuto un amore impossibile, così… prima di perdonare te, devo perdonare me, e prima di liberare me, devo liberare te. Ho iniziato a contare la mia vita in passi, e ho sempre vissuto due vite: una da rispettare e l’altra giocando con una parte di me sempre viva di colori; quei colori che sono l’abito migliore per vestire il mio cuore. Sul pentagramma della mia vita beffarda, tu sei sempre stato l’abbellimento che tanto sognavo ma, quando non hai più nulla da perdere, la libertà e solo un’altra parola che si aggiunge per magia alla forza di poter continuare a volare per confondere ogni volere, oppure esorcizzare il dolore. Ingannando una semplice parola, nel cielo buio ho fermato il tempo per guardare con occhi grandi lo spazio infinito. Quella libertà tanto scippata dalle regole, dalle paure, e sempre legata con un filo sottile al passato mi ha imprigionata per troppo tempo; devo tornare a dare un senso a questa vita, che m’ appartiene. Ho lanciato una sfida a me stessa, e con una semplice parola al sapore salato di una lacrima, in queste poche righe forse per te incomprensibili, ti lascio il mio addio: la vita ancora una volta con me è stata dura. Inizierò a contare i passi all’indietro, come un gambero; quando non c’è più nulla da perdere ogni tua emozione coglie il tuo ultimo respiro, quello che come un soffio di vento mi ha restituito alla vita. Forse un giorno comprenderai anche questo mio gesto di liberarti dal nostro amore, quell’amore che tu non riesci a comprendere. Io, nei momenti di disperazione ho sempre tirato fuori una grande forza che mi ha permesso di guardare avanti, lottando. Ora non devo lottare, ma rispettare l’amore che ho iniziato ad avere per me stessa. In questo momento, perdonarmi è l’unico regalo al grido di libertà.
Astrelle
tratto da Un’altra parola – incipit Rossana Campo aa.vv. L’Erudita