Tante storie magiche
Amore a costo zero
Mi chinai a raccogliere un volantino stropicciato e lo gettai nella grande busta nera che mi trascinavo dietro. Le dita mi prudevano all’interno dei guanti di lattice, ma non osavo lamentarmi perché mi piaceva prendermi cura del parco insieme al gruppo dei volontari. Eravamo adolescenti con il sogno di cambiare il mondo.
Gettai un altro rifiuto nella busta e mi avvicinai a Lisa che aveva già riempito il suo sacco.
<<Ehi!>>, le dissi.
<<Ciao, Sam>>, mi salutò. Lanciò uno sguardo alla mia spazzatura. <<Un buon bottino?>>.
Le sorrisi. <<Già! A quanto pare i ragazzi si sono divertiti a spargere sacchetti di patatine ovunque>>.
Lisa rise. <<Io ho trovato molto peggio>>.
Scambiammo qualche altra chiacchiera, prima che il capo volontario ci radunasse al suo cospetto.
<<Ottimo lavoro, ragazzi!>>, disse. <<I camion dei netturbini vi aspettano all’angolo per raccogliere i vostri sacchi. Poi possiamo tornare a casa>>. Si strofinò la fronte, come a voler asciugare il sudore.
Era un sabato pomeriggio assolato e Firenze sembrava risplendere sotto i raggi del sole.
Seguii gli altri al punto indicato.
<<Serve aiuto?>>, una voce si fece largo, interrompendo i miei pensieri. Alzai gli occhi e incrociai quelli color cioccolato di un ragazzo.
Non l’avevo mai visto nel gruppo, probabilmente era un nuovo volontario.
<<Ce la faccio, grazie>>, risposi.
Provai a proseguire, ma il ragazzo mi fermò. Prese il mio sacco e si avviò.
<<Ehi!>>, gli corsi dietro.
Il ragazzo consegnò la busta al netturbino e si voltò verso di me. <<Sono Andrea>>.
<<Sam>>, risposi. <<Sta per Samantha>>.
Andrea sorrise. <<Beh, che ne dici di un caffè?>>.
Lo guardai, perplessa.
<<Ti ho aiutata a portare il sacco>>, disse, perorando la sua causa.
<<Me l’hai strappato di mano, è diverso>>, risi.
Andrea mi guardò con un’aria da cucciolo e mi arresi.
<<C’è un bar, in fondo alla strada>>.
Ci avviammo lentamente, con il sole che riscaldava le nostre schiene.
<<Cosa prendi?>>, mi chiese Andrea, una volta arrivati.
Guardai i menù con aria critica. Vi erano, per la maggior parte, bevande e cibi grassosi che evitavo di assumere.
<<Credo che un tè alla pesca, possa andar bene>>, risposi, prendendo una bottiglietta dal frigo.
Andrea mi imitò.
<<Non dovevamo prendere un caffè?>>, chiesi ridendo.
Ci sedemmo ad un tavolino accanto alla vetrata. Firenze era molto affollata, quel giorno. Molte persone entravano e uscivano dal bar. In lontananza, si stagliava l’imponente cupola di Santa Maria del Fiore.
Andrea sorrise alla mia battuta, ma non rispose.
Arrossii un po’, mentre prendevo dalla borsa, il bicchiere rosa in plastica dura che mi portavo dietro. Fui sorpresa, quando Andrea ne posò uno accanto al mio. Il suo era di colore rosso.
<<Scommetto che sei anche vegetariana>>, mi disse.
Annuii. Era la prima volta che incontravo qualcuno come me. Qualcuno che adorava trascorrere i pomeriggi a pulire il parco e che riciclava la plastica. Svuotai il contenuto della bottiglietta nel bicchiere e bevvi, pensando a quanto era buffa la vita.
Parlammo di vari argomenti, prima di decidere di fare una passeggiata.
Pulii il bicchiere con un fazzolettino, l’avrei lavato a casa. Il bar non aveva la pattumiera per la plastica, quindi infilai la bottiglia in borsa.
<<Ti andrebbe di andare a Piazzale Michelangelo?>>, chiesi ad Andrea.
<<Certo>>.
Ci incamminammo piano, senza fretta tra le stradine colorate della città. Durante il tragitto, Andrea mi prese per mano e rimasi colpita da come si incastrassero alla perfezione. Sorrisi tra me e me.
La vista di Firenze che si aveva da lassù, era completamente magica. Rimanemmo a fissare il panorama per un po’, ancora mano nella mano.
Istintivamente, Andrea mi strinse a sé e in quel momento capii che stavamo per vivere una bellissima avventura insieme.
Un uccello in volo solcò l’aria, portando speranza e amore.