Un battito d’ali
Sveva è inginocchiata nel suo giardino, intenta a sradicare le erbe infestanti. All’improvviso sente un profumo inequivocabile, quello di suo padre, e si rende conto di quanto lui le sia ancora vicino nonostante sia mancato ormai da trent’anni. Decide quindi di aprire lo scrigno della memoria e di raccontarsi a lui. Il ricordo la riporta alla fine degli anni Cinquanta, a Milano, quando è costretta a lasciare l’università per affacciarsi al mondo del lavoro. Si improvvisa segretaria prima in un ufficio, poi in una prestigiosa galleria d’arte. Ma per quel lavoro non sente alcuna inclinazione, e ben presto capisce che ciò che le piace davvero è il mestiere di scrivere. Un viaggio negli incredibili esordi di una grande narratrice. Sveva si racconta in prima persona, ricordandoci che, nella vita, ogni porta chiusa ha la sua chiave per aprirsi.