Dice Sveva: “Le mie storie nascono per strada: mi guardo intorno, osservo e parto da uno spunto. Alle donne di oggi invidio un po’ la libertà di poter amare chi vogliono e soprattutto di potersi realizzare. Ma viviamo ancora in una società maschilista: la sorellanza è l’unica soluzione. Perché i lettori mi amano? Non lo so, ma i loro doni sono superiori a qualsiasi premio letterario.”
Inizia così un’intervista a Sveva Casati Modignani pubblicata su QN La Nazione del 4 novembre 2017. Abbiamo deciso di riportarne qualche estratto, sia perché i temi di cui la scrittrice parla sono sempre attuali, sia perché vogliamo scoprire qualcosa in più sul nuovo romanzo che speriamo arrivi il prima possibile!
A proposito di Festa di Famiglia, Sveva dice: “Dentro ci sono storie delle trenta-quarantenni di oggi, che sono assolutamente diverse dalle trentenni e quarantenni della mia generazione. E per fortuna, dico io. (….) Io venivo da una generazione in cui il ’68 era ancora di là da venire e sopravvivevano i modelli di educazione familiare quasi vittoriana. Nel frattempo però le donne lavoravano, ma non godevano della stessa, non vorrei dire libertà, mi piacerebbe dire sincerità, di cui possono usufruire le donne di oggi.”
Sì, il punto è la sincerità, nell’affrontare la vita. Eppure la situazione non è ancora rose e fiori: “La società è sempre maschilista. Gli uomini sono bravissimi a sostenersi vicendevolmente. Le donne, che per secoli sono state educate a mettersi le une contro le altre, perpetrano questo insegnamento atavico. Serve avere fiducia nella nostra sorellanza. Essere solidali fra noi, prima di tutto. La sorellanza è l’unica soluzione che abbiamo.”
E per chiudere, ecco che Sveva racconta come nascono le sue storie e cosa succederà nella prossima…
“Mi guardo intorno, vedo la realtà e parto da uno spunto. Adesso, per esempio – ci sto lavorando da un anno – vorrei raccontare un mondo che sta finendo, il mondo operaio. Perché ogni volta racconto una reltà di questo paese. Entrerò a breve in una fabbrica, a Rho, e vedrò una riunione di consiglio di fabbrica, per ascoltare queste persone e capire dove va a finire il mondo.”